I pazienti “vascolari” sono estremamente “complessi”: diabete, ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, aterosclerosi cerebrale, insufficienza renale, molto spesso complicano e/o compromettono il buon esito del nostro lavoro in sala operatoria, allungando i tanto controllati tempi di degenza. Peraltro, tutti sappiamo come sia difficile e discontinuo lavorare con diabetologi, cardiologi ed altri specialisti attraverso le consulenze, attraverso le quali ci forniscono consigli terapeutici senza poter dare una continuità assistenziale al paziente. Ho coltivato fin dall’inizio il proposito di avere nella mia equipe medici internisti che si occupassero di questi aspetti nella gestione del paziente ricoverato.
Il Dottor Ugo Zurlo, allora Direttore Generale, con ammirevole disponibilità e lungimiranza, ha condiviso la mia proposta permettendo l’inserimento nell’equipe di Chirurgia Vascolare di due specialisti internisti che si occupavano anche di ecocolordoppler. Comincia così a formarsi e a crescere l’Angiologia che, nel corso degli anni, acquisirà sempre più specializzazione e visibilità maturando competenze specifiche che hanno permesso alla Chirurgia Vascolare di essere autonoma nella diagnosi e nel follow-up dei pazienti operati e, all’Angiologia  stessa, di diventare un punto di riferimento per i malati con patologia vascolare nei presidi ospedalieri e sul territorio.

 


 

La "Mia" Chirurgia Vascolare
  • Il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta addominale ha fatto molta strada dall’epoca
    di Parodi ad oggi, ma molto ancora deve essere fatto. Il libro dell’ EVAR deve ancora essere completato.
    Ognuno di noi può e deve contribuire a scriverlo.–Salvatore Ronsivalle