• ECD per interni ed esterni- protocollo TVP

    Erano attivi, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16, tre Ambulatori di Diagnostica, dove venivano eseguiti Eco-color Doppler dei vari distretti arteriosi e venosi con liste programmate per gli utenti esterni (prenotazione centralizzata Aziendale) ed a programmazione autonoma giornaliera per i pazienti ricoverati. Venivano espletate inoltre le prestazioni urgenti provenienti dal Pronto Soccorso e dal Territorio. Per facilitare ed uniformare la gestione della TVP e della TVS avevamo formulato un percorso, condiviso con il Pronto Soccorso ed i Medici del Territorio, di gestione ambulatoriale per il sospetto, la diagnosi, la terapia ed il follow-up della malattia tromboembolica venosa.

    Calameo againPRESENTAZIONE ORGANIZZAZIONE ANGIOLOGIA CUNEO 2009

    La stretta collaborazione con i Chirurghi Vascolari, il contatto quotidiano “con la patologia vascolare” la frequentazione della Sala Operatoria, aveva permesso agli Angiologi di sviluppare una particolare attenzione e preparazione allo studio della patologia carotidea che ha convinto il Dott. Ronsivalle, già nel lontano 1999 a sottoporre il paziente ad intervento di endoarteriectomia carotidea con il solo studio Eco-color Doppler: una scelta che anticipava i tempi e che già da allora evidenziava come la collaborazione tra le figure professionali del Chirurgo Vascolare e dell’Angiologo poteva portare a risultati decisamente vantaggiosi per il paziente.

    “Un accurato studio eco-color doppler, eseguito con apparecchi ad alta tecnologia e da operatori esperti, può sostituire l’angiografia nello studio dei malati da sottoporre a chirurgia carotidea” -G.I.U.V. PALERMO 1999

    PRESENTAZIONE G.I.U.V. PALERMO 1999-

    ECOCOLORDOPPLER PER LA CHIRURGIA CAROTIDEA

    MINERVA CARDIOANGIOLOGICA NOVEMBRE 2000 -“USO ROUTINARIO DELLO SHUNT DURANTE LA CHIRUGIA CAROTIDEA”-

    GIORNALE ITALIANO DI CHIRURGIA VASCOLARE-SETTEMBRE 2000

    LA CHIRURGIA CAROTIDEA SULLA BASE DELLA SOLA DIAGNOSTICA NON INVASIVA E LA TATTICA CHIRURGICA” BASSANO 2010

    FIRENZEIl trattamento endovascolare degli Aneurismi dell’aorta addominale è apparsa fin dall’inizio una procedura sicuramente “vantaggiosa” per il paziente in termini di invasività, tempi di degenza e di recupero. Era altrettanto evidente che i pazienti avrebbero dovuto sottoporsi ad un attento e scrupoloso follow-up “ad vitam”, e che la metodica allora ritenuta “gold standard” per il follow-up era l’angioTAC. Ci siamo chiesti fin da subito se la nostra esperienza con la diagnostica non invasiva, la conoscenza se pur teorica della procedura endovascolare e dei materiali utilizzati, il continuo confronto con il Chirurgo Vascolare, potessero concretizzarsi in un follow-up pur sempre assillante ma sicuramente meno “dannoso” per il paziente. Fin dal 2000 il nostro protocollo di follow-up prevedeva un ECD del distretto aorto-iliaco alla dimissione, a tre, sei e dodici mesi con successivi controlli semestrali, una radiografia diretta dell’addome alla dimissione e ad un anno, ed un’angioTAC a sei mesi. Ulteriori eventuali approfondimenti mediante eco-color doppler con ecocontrasto, angioTAC ed angiografia venivano riservati alle situazioni nelle quali le immagini ecografiche non risultavano di univoca interpretazione. Dal 1999 al 2013 abbiamo eseguito circa 9000 esami ECD per EVAR e alla luce dell’esperienza acquisita:

    “Riteniamo che l’ECD sia una metodica affidabile per il monitoraggio a lungo termine dei pazienti sottoposti ad EVAR, a patto che venga condotta da operatori esperti e dedicati, e con apparecchiature di ultima generazione. In questo senso l’ECD, anche grazie all’introduzione del mezzo di contrasto ed in associazione con metodiche radiologiche classiche, può rappresentare una soluzione valida sia da un punto di vista sanitario che economico-organizzativo” -FIRENZE 2010-

    PRESENTAZIONE CONGRESSO FIRENZE 2010

    PROGETTO_AAA-1Dal 2007 al 2013 gli ambulatori dell’Angiologia hanno aperto i battenti al grandioso progetto di prevenzione, voluto dal Dott. Ronsivalle, denominato A.A.A… Aneurisma Aorta Addominale cercasi che aveva come obiettivo la prevenzione dei decessi da rottura dell’aneurisma dell’aorta addominale attraverso l’identificazione della patologia aneurismatica asintomatica. Gruppi di pazienti, programmati dalla segreteria organizzativa del progetto, afferivano per 5 giorni la settimana in fasce orarie dedicate e venivano sottoposti ad Eco-color Doppler dei vasi addominali. Sono stati esaminati circa 16.685 persone e per l’equipe di Angiologia, superato il primo imbarazzo legato alla gestione di gruppi così numerosi di pazienti, si è trasformata in un’esperienza entusiasmante e coinvolgente, non solo dal punto di vista professionale ma anche umano. La Decisione di sospendere il progetto, conseguente alla chiusura della Chirurgia Vascolare, è stata subita e sofferta, non solo dai pazienti ma anche dagli operatori che nel progetto avevano creduto.

    PRESENTAZIONE “A.A.A… CERCASI ” SICVE MILANO 2009

    PRESENTAZIONE AL “VASCULAR SURGERY MEETING” SAN PAOLO 13-14/04/2012

  • AMBULATORIO AOCP E D.H.

    L’arteriopatia ostruttiva periferica (AOP) su base aterosclerotica è una patologia particolarmente diffusa nei pazienti con fattori di rischio cardiovascolare. Colpisce il 12 % della popolazione adulta e il 20% di quella con più di 70 anni ed è associata ad elevata morbilità e mortalità cardiovascolare e cerebrovascolare, con un rischio di morte 6 volte superiore rispetto a quello della popolazione senza AOP. L’arteriopatico è sempre stato un “cruccio” per il Chirurgo Vascolare anche quando l’intervento chirurgico di rivascolarizzazione degli arti inferiori si concludeva con successo; per le caratteristi che della patologia questi pazienti non potevano mai considerarsi definitivamente dimessi ed i controlli frequenti e scrupolosi servivano per anticipare, per quanto possibile, eventuali gravi complicanze. Fin dall’inizio dell’attività, l’Angiologia sì è occupata del paziente arteriopatico nei vari stadi clinici della malattia, ponendo attenzione non solo alla preparazione ed al follow-up dei paziente sottoposti ad intervento di rivascolarizzazione (chirurgica od endovascolare), ma anche alla gestione del paziente ancora asintomatico o paucisintomatico con l’obiettivo di:

    • migliorare la prognosi riguardo al suo rischio cardiovascolare mediante un attento controllo dei fattori di rischio;
    • migliorare la prognosi correlata alla progressione della malattia e alle possibili complicanze “locali” (amputazioni minori o maggiori);
    • migliorare complessivamente la qualità di vita tenendo conto delle sue necessità ed aspettative.

    Tutto questo, è stato chiaro fin dall’inizio, non era possibile ottenerlo semplicemente eseguendo un semplice esame Eco-color Doppler degli arti inferiori ma era necessario creare un ambulatorio dedicato, dove i pazienti arteriopatici potessero trovare risposte immediate e qualificate ai loro problemi. Nasce quindi nel 2006 L’Ambulatorio per lo studio ed il trattamento dell’ Arteriopatia Periferica e dell’Arteriopatia nel piede diabetico che possiamo affermare, senza falsa modestia, nel corso degli anni essere diventato un’ “Eccellenza” della nostra Angiologia ed un punto di riferimento per i tanti pazienti affetti da una patologia così invalidante come l’AOP. I pazienti che si rivolgevano ai nostri ambulatori, grazie all’integrazione dell’Angiologia con la Chirurgia Vascolare trovavano una risposta a 360° al loro problema; venivano infatti sottoposti ad:

    • inquadramento clinico-strumentale e stadiazione dell’arteriopatia;
    • discussione del caso con il Chirurgo Vascolare e definizione del piano terapeutico (chirurgico, endovascolare, terapia medica e riabilitativa);
    • medicazioni avanzate ed infusione di sostanze vasoattive in regime di Day-Hospital;
    • follow-up periodico ambulatoriale.

    Allo scopo di semplificare le modalità di accesso ai nostri ambulatori e per creare una rete di collaborazione interdisciplinare con i vari specialisti che si trovavano a gestire il paziente arteriopatico (Internisti, Diabetologi, Nefrologi, Cardiologi), avevamo attivato IL PROTOCOLLO OPERATIVO DI PERCORSO CONDIVISO PER LO STUDIO E IL TRATTAMENTO DELL’ARTERIOPATIA PERIFERICA DEGLI ARTI INFERIORI, DELL’ARTERIOPATIA NEL PAZIENTE NEFROPATICO E NEL PIEDE DIABETICO che aveva permesso di assicurare al paziente arteriopatico tutte le “attenzioni“ terapeutiche di cui aveva bisogno senza inutili sprechi di risorse dal punto di vista economico-organizzativo.

  • PROCEDURE

    Gli pseudoaneurismi, considerati in passato una patologia rara a genesi prevalentemente postraumatica, sono diventati di più frequente riscontro come complicanza iatrogena di tecniche interventistiche cardiovascolari per le quali è necessaria la cateterizzazione percutanea di un’arteria, solitamente la femorale comune. Si verificano nello 0.1-0.2% dei casi dopo angiografia diagnostica e nel 3.5% – 5.5% dopo angiografia interventistica; sono dovuti prevalentemente a procedure lunghe e indaginose, all’utilizzo di cateteri di grande calibro, alla necessità di utilizzare terapia anticoagulante o fibrinolitica e ad insufficiente compressione del vaso a fine procedura. L’utilizzo della colla di fibrina nelle procedure di trattamento endovascolare degli aneurismi aorto-bisiliaci (come prevenzione dell’EL di tipo II ) è stato il “Cavallo di Battaglia” della nostra Chirurgia Vascolare; giocoforza quindi estendere l’utilizzo della colla di fibrina al trattamento degli pseudo aneurismi iatrogeni, patologia peraltro piuttosto frequente nel nostro presidio ospedaliero essendo operativa un’Emodinamica che è centro di riferimento per il territorio della nostra ULSS 15 e per ULSS limitrofe per il trattamento della patologia cardiaca in acuto e per gli studi coronarografici. Dopo conferma con EcocolorDoppler dello pseudoaneurisma e la condivisione dell’indicazione al trattamento percutaneo con il Chirurgo Vascolare, gli Angiologi eseguivano il trattamento percutaneo con colla di fibrina con guida ecografica. Al termine della procedura il paziente ritornava al reparto di provenienza e veniva controllato con ECD dopo 24 ore e a distanza di un mese.